L’ulivo è un albero molto ricco ed in grado di dare una nuova luce all’intero giardino, oltre che poter essere coltivato per scopi agricoli, come la produzione di olive o la produzione di olive per l’estrazione di un olio più o meno pregiato che può essere destinato al consumo familiare o anche alla vendita. Il legno che compone questa pianta è inoltre un buon combustibile per camini e stufe, con un aroma tipico ed inconfondibile. Non tutti i sistemi di riscaldamenti che possono essere alimentati con questo particolare tipo di legno sono però in grado di produrre calore e quindi riscaldare un’intera stanza utilizzando direttamente i rami che vengono tagliati e quindi provengono in prima persona dalla pianta di ulivo stessa. Per questo, generalmente è necessario introdurre uno step di lavorazione intermedio per consentire ad un macchinario apposito di lavorare e trattare in modo opportuno il legno tagliato e asportato dalla pianta, in modo da poterlo facilmente utilizzare sfruttando tutte le sue proprietà e traendo quindi vantaggio dal riutilizzare del materiale che altrimenti rappresenterebbe solamente uno scarto da smaltire.
Biotrituratori
Il modo migliore per trattare dei rami provenienti da alberi robusti è quello che affidarsi ad un biotrituratore, scelto nel modello e con le caratteristiche più opportune per poter dare i risultati migliori e operare in modo efficiente e performante. I biotrituratori, infatti, quale che sia il modello prescelto e quindi le specifiche che lo caratterizzano, è uno strumento, e più precisamente un macchinario di tipo agricolo destinato proprio a questo uso, che sono in grado di trattare, sminuzzando e in alcuni casi letteralmente polverizzando, il materiale che viene inserito attraverso l’imbuto all’ingresso, restituendo dopo un opportuno processo composto da una serie di lame e di rulli nascosti alla vista all’interno del corpo principale del biotrituratore, un prodotto composto prevalentemente da un materiale omogeno alla vista, finemente triturato e pronto per essere smaltito o, se è il caso e se ne ha l’opportunità, riutilizzato.
Vi sono infatti diversi modi per riutilizzare gli scarti lavorati ed opportunamente trattati da un biotrituratore. I più semplici e comuni riguardano il riutilizzare il prodotto ottenuto dal trattamento come segatura, in caso gli scarti inseriti all’ingresso fossero composti prevalentemente o del tutto da materiale di tipo legnoso, o come concime quando invece si ha a che fare con scarti di tipo organico composti da fogliame, erba e parti di piccoli cespugli o arbusti, che non possono quindi essere trasformati in segatura.
Il riscaldamento
Vi sono poi diversi altri modi di riutilizzare i prodotti in uscita da un biotrituratore, che hanno quindi passato gli opportuni trattamenti che sono tipici ed operati da quel particolare modello di biotrituratore, e che risultano particolarmente adatti in caso ci si ritrovi con una buona o grande quantità di scarti provenienti da piante ed alberi di ulivo, e sono quei metodi di riutilizzo e riciclo che involvono il riscaldamento domestico.
Grazie all’utilizzo di un biotrituratore, infatti, è possibile produrre anche pellet utilizzabili nella maggior parte delle stufe e dei camini per il riscaldamento domestico di ambienti di piccole o medie dimensioni, in modo da sfruttare appieno un prodotto che altrimenti diventerebbe solamente uno scarto ed un rifiuto ed andrebbe quindi solamente raccolto e smaltito attraverso gli impianti municipali, ed inoltre risparmiare sull’acquisto di vari combustibili per il riscaldamento della propria abitazione, che solitamente invece è necessario acquistare se non vengono prodotti, come nel caso del pellet o di altri agglomerati che possono essere utilizzati all’interno di stufe e camini.
I pellet
Per quanto spesso, soprattutto nel caso ci si trovi in presenza di un camino e non di una piccola stufa chiusa, sia possibile utilizzare i rami di ulivo semplicemente tagliati in modo grossolano ed approssimativo, che bruceranno comunque producendo una buona quantità di calore, a volte può essere più conveniente nonché più sicuro affidarsi alla lavorazione messa in atto da un biotrituratore.
Questo passaggio diventa obbligatorio in caso si possieda una piccola o media stufa per il riscaldamento, la quale solitamente non può essere alimentata direttamente con il legno, ma anche in tutti quei casi in cui si punta ad avere una maggiore efficienza di riscaldamento dal proprio impianto di riscaldamento. Infatti, i pellet rappresentano dei piccoli agglomerati che possiedono un alto potere calorifero e sono quindi in grado di bruciare per un lungo periodo di tempo, sviluppando inoltre una quantità elevata di calore, rispetto all’utilizzo del semplice legno non trattato.
Questo avviene perché i pellet, come quelli che possono essere prodotti all’interno di molti biotrituratori, vengono composti agglomerando piccolissime particelle di legno tritato sfruttando l’ausilio di un’alta pressione, e presentano quindi un’elevata densità, che si traduce in un tempo più ampio necessario per bruciare completamente ed in una maggiore quantità di calore che viene quindi dispersa nell’ambiente circostante. I pellet rappresentano infatti una delle migliori alternative al carbone, sicuramente più pulite sia per l’utilizzo stesso sia come impatto ambientale, soprattutto perchè possono essere prodotti a partire dagli scarti e non necessitano alcuna estrazione di nuovo materiale.