La parte principale che compone ogni biotrituratore, a prescindere dalla tipologia, dal modello o da qualunque altra caratteristica, è costituita dalle lame. Queste sono presenti in ogni tipo di biotrituratore, ed in alcuni casi possono essere coadiuvati da una serie di rulli, ma anche nei modelli più semplici, identificati in genere con i modelli di biotrituratori di tipo manuale, sono presenti una serie di lame. Questo perchè sono le lame ad operare effettivamente tutto il processo che consente di introdurre un certo tipo di materiale all’ingresso del biotrituratore ed ottenere un prodotto finemente lavorato o comunque trasformato in diversi modi all’uscita del biotrituratore stesso.
Le lame di un biotrituratore
Le lame presenti all’interno di un biotrituratore possono diversificarsi tra loro per la forma, le dimensioni ed il modo in cui sono posizionate. Anche all’interno di uno stesso modello di biotrituratore sarà possibile trovarsi in presenza di diversi tipi di lame, soprattutto se quella particolare tipologia di biotrituratore è adatta a trattare materiale di diverso tipo, come lo sono solitamente tutti i modelli che possono essere utilizzati in ambito domestico, in quanto difficilmente un consumatore con un piccolo giardino o prato adiacente alla propria abitazione acquisterà due distinti modelli di biotrituratori per poter trattare l’erba e il fogliame, e le parti di cespugli o arbusti, o anche alberi, se presenti all’interno del giardino. Questi modelli sono infatti pensati e realizzati per poter rispondere ad esigenze miste in fatto di trattamento degli scarti prodotti dalle operazioni di cura e manutenzione del proprio giardino e per questo conterranno al proprio interno diversi tipi di lame in grado di trattare in modo diverso tutti gli scarti, per poter ottenere un buon risultato finale anche se all’ingresso vengono inseriti materiali di scarto molto diversi tra di loro, come possono essere rami di un buon diametro ed erba tagliata, che è uno dei casi più frequenti nel caso di giardini di tipo domestico di piccole o medie dimensioni.
Le caratteristiche delle lame
Riguardo le lame presenti all’interno di un biotrituratore, è possibile individuare una serie di caratteristiche fondamentali in cui raggruppare i diversi tipi di lame per potersi fare un’idea della tipologia di lama e del lavoro a cui è adatta, per poterle ricercare tra le specifiche del biotrituratore. Per quanto solitamente non vengono indicate tutte le caratteristiche delle lame, è sempre possibile trovare, nella scheda del produttore o nella targhetta informativa esposta, se si tratta di un rivenditore fisico, le seguenti indicazioni:
- Materiale in cui sono costituite le lame, solitamente acciaio inossidabile, il miglior materiale per questo tipo di lavorazione e quello che è sempre da preferire ad altri metalli.
- Eventuale presenza di rulli, caratteristica che diventa molto utile in caso sia necessario inserire all’interno del biotrituratore, perchè prodotti durante le normali operazioni di cura e manutenzione del proprio giardino, anche scarti molto voluminosi, come potrebbero essere parti di cespugli, o rami con molte ramificazioni e fronde. In questo modo è possibile ridurre preventivamente il volume degli scarti inseriti, in quanto i rulli si trovano all’inizio della lavorazione e ne costituiscono la fase preliminare, consentendo alle lame di operare su un materiale quanto più possibile denso ed uniforme, invece che girare a vuoto.
- Il numero di lame presenti, che possono determinare la finezza del prodotto in uscita. Una serie successiva di lavorazioni, anche con lame dello stesso tipo, infatti, consente al materiale inserito all’interno del biotrituratore di essere trattato finemente, in quanto un maggior numero di passaggi riduce la quantità di materiale che può sfuggire all’azione delle lame.
- Il tipo di movimento operato dalle lame. Questa caratteristica è particolarmente importante nel caso si ricerchi un particolare tipo di risultato, generalmente un prodotto lavorato che sia il più possibile omogeneo e triturato finemente. Si possono infatti avere due diversi tipi di movimento, per le lame di un biotrituratore. Il primo è il movimento più comune e semplice anche da realizzare, che comporta un prezzo di vendita minore per il biotrituratore, e caratterizza quei modelli in cui le lame si muovono circolarmente sempre allo stesso modo. Il secondo tipo di movimento che è possibile trovare è definito a turbina, per il modo particolare in cui vengono montate e fatte ruotare le lame, perchè creino un vortice in grado di attirare a sé anche piccolissime parti di erba o foglie.
Il movimento a turbina
Una serie di lame che si muovono con un movimento a turbina consente di ottenere, in uscita dal biotrituratore, un prodotto lavorato in modo perfettamente omogeneo e fine senza dover setacciare l’intero contenuto. Si tratta infattii di una caratteristica da ricercare nel proprio biotrituratore se è necessario, solitamente, riutilizzare il materiale di scarto così trattato, o se si ha esigenza di ottenere un prodotto del genere. Inoltre, un modello di biotrituratore che possieda il movimento a turbina riesce a lavorare anche una grande quantità di materiale in poco tempo, e risulta quindi molto utile per risparmiare tempo durante questa operazione.