Siamo generalmente abituati a pensare ai biotrituratori come a quei modelli che sono per un uso prettamente domestico o comunque su scala ridotta: si tratta di quelle tipologie di biotrituratore dalle dimensioni piccole e compatte, con un semplice imbuto posto sulla parte superiore del macchinario a rappresentare l’ingresso da cui è possibile inserire in maniera graduale gli scarti che è necessario triturare e trattare all’interno del biotrituratore, seguito da un corpo centrale, che rappresenta la parte maggiormente nascosta alla vista dell’operatore e quella che è sempre necessario mantenere pulita ed asciutta tra un uso e l’altro per prolungare quanto più possibile la vita dello stesso biotrituratore ed evitare di incorrere in problemi e malfunzionamenti. Infine, vi è la parte che rappresenta l’uscita e quindi la parte finale del biotrituratore, ed è solitamente posta nella parte inferiore dell’apparecchio, leggermente sollevata rispetto al livello del terreno, in modo da rendere facilmente posizionabile un secchio, un sacco o un altro contenitore adatto ed idoneo a raccogliere gli scarti trattati dal biotrituratore che vengono quindi spinti verso l’uscita.
La gravità
Biotrituratori di questo tipo sfruttano la forza di gravità per evitare di dover utilizzare l’energia prodotta dal motore, di qualunque tipo di motore si tratti, e quindi di consumare una maggiore quantità di carburante, o di energia elettrica se invece si tratta di un modello di biotrituratore che monta un motore di tipo elettrico e che quindi non necessita di alcun carburante di tipo fisico per poter funzionare, come invece accade nei modelli più classici e più fedeli alla vecchia tecnologia, che invece utilizzano un motore a scoppio, e quindi del carburante, solitamente benzina, diesel o miscela, per poter funzionare.
La struttura stessa di un biotrituratore di questo tipo favorisce lo sfruttamento della forza di gravità per lo spostamento del materiale e quindi degli scarti, ed è stata studiata proprio in questo modo sia per risparmiare energia, sia per rendere più facile e confortevole l’utilizzo di un biotrituratore: l’ingresso del macchinario, dal quale vengono introdotti gli scarti che è necessario sminuzzare o comunque trattare in altro modo è posto in alto, sulla parte superiore del biotrituratore, in modo che sia il più possibile agevole sollevare qualunque contenitore si sia utilizzato per raccogliere gli scarti dopo altre operazioni di cura e manutenzione del proprio giardino, prato o campo, come ad esempio il taglio, la potatura o la decespugliazione, e travasare quindi il suo contenuto all’interno del biotrituratore stesso. In un modo simile accade se invece non si utilizza un particolare tipo di contenitore, ma si sceglie semplicemente di ammucchiare gli scarti in un punto del proprio giardino, azione abbastanza comune quando gli scarti sono formati prevalentemente da fogliame o erbacce. In questo caso, basterà utilizzare una pala o uno strumento simile, per sollevare piccole quantità di scarti alla volta ed introdurle all’interno del biotrituratore.
Il rullo trascinatore
Vi sono poi invece alcuni modelli, generalmente pensati per un utilizzo di tipo più professionale e quindi industriale, ma anche per tutti quegli utilizzi, sebbene amatoriali, in cui però ci si ritrova a dover trattare una grande quantità di scarti con un buon volume, che dispongono di un rullo trascinatore.
Un rullo trascinatore torna soprattutto utile quando gli scarti prodotti dalla cura e manutenzione di un giardino o campo che si voglia non solo siano in grande quantità, ma siano soprattutto composti da materiali voluminosi e pesanti. Così, un modello di questo genere è totalmente sconsigliato in un normale giardino in cui come scarti vengono prodotti erba, fogliame e parte di qualche arbusto, mentre diventa fondamentale in caso la anutenzione comprenda la potatura di grandi cespugli o alberi, sia che si tratti di rami frondosi o parti di tronco, in quanto diventa più agevole non dover sollevare tutto il materiale fino alla sommità del biotrituratore, in quanto sarà sufficiente posarli sul rullo trascinatore anche man mano che essi vengono prodotti, e il movimento di quest’ultimo farà il resto.
