La scelta di un biotrituratore può incidere notevolmente sull’utilizzo che se ne farà poi con il trascorrere del tempo. Un po’ come accade per la maggior parte degli strumenti e delle apparecchiature, anche ad esempio nei macchinari da cucina, scegliere inizialmente un buon prodotto e che possieda le caratteristiche adatte può fare la differenza tra un prodotto ben sfruttato e che diventa utile, se non addirittura indispensabile, nella vita di tutti i giorni, ed un macchinario che invece verrà riposto in un angolo e sul quale si accumulerà solo polvere. Ciò è ancora più vero per macchinari di grandi dimensioni, in quanto siamo portati a conservarli solo se effettivamente ci risultano utili con frequenza, altrimenti solitamente si tende a liberarsene alla prima occasione per creare spazio in casa od in altri luoghi per altri apparecchi, con il risultato non solo di aver trasformato in un rifiuto un prodotto perfettamente funzionante, ma anche dell’aver speso soldi inutilmente per un prodotto che non viene davvero utilizzato in casa o comunque per l’utilizzo per il quale era stato pensato e progettato dall’azienda.
Le caratteristiche
Forse la prima e più importante cosa da tenere in considerazione durante la scelta di un biotrituratore sono le sue caratteristiche principali, ovvero quelle per cui è meglio preferire un modello rispetto ad un altro, a seconda anche delle proprie esigenze e necessità personali, ed a sua volta alle caratteristiche del proprio campo o prato.
Individuando sin da subito, ovvero quando ci si trova nella fase di scelta ben prima dell’acquisto, quali siano le caratteristiche fondamentali per il vostro nuovo biotrituratore, e come queste possano combinarsi nei vari modelli disponibili in commercio, può non solo facilitare la scelta e quindi l’acquisto, ma anche garantirvi un modello di biotrituratore che sia perfettamente in grado di soddisfare le vostre esigenze, e che quindi possa essere utilizzato senza problemi per lungo tempo. È possibile individuare poche e distinte caratteristiche attraverso le quali effettuare una prima ed ampia scrematura di tutti i modelli di biotrituratori esistenti in commercio, ed individuare così i modelli che potrebbero fare al caso vostro e che quindi è necessario valutare più attentamente. Solo in quel momento è consigliabile passare ad analizzare tutte le cosiddette caratteristiche secondarie e soffermarsi più attentamente su ogni modello disponibile.
Il tipo di scarti
La prima caratteristica da individuare nel valutare quale tipologia di biotrituratore sia la più adatta da acquistare per poter soddisfare al meglio le vostre esigenze, dipende proprio dal tipo di prato o campo che vi ritrovate a trattare, e quindi dal tipo di scarti che vengono prodotti. Questa caratteristica, anche se all’apparenza banale, può essere determinante per la scelta del vostro nuovo biotrituratore e da questa variabile possono dipendere diverse caratteristiche e particolarità del biotrituratore stesso.
Innanzitutto, un giardino o campo che sia composto da sola erba, o al massimo da quale arbusto leggero e di piccole dimensioni, senza rami importanti, non avrà particolari requisiti in merito al trattamento degli scarti. In questo caso, sarà sufficiente anche solo un piccolo e semplice modello di biotrituratore che sia in grado di sminuzzare efficacemente l’erba. L’utilizzo più comune per questi scarti, dopo il trattamento, è quello del compostaggio. Gli scarti così triturati, infatti, rimangono molto ricchi in sostanze nutritive e minerali che risultano parecchio utili al prato o campo stesso, e con l’azione di riduzione in particelle di minuscole dimensioni, possono degradare facilmente ed in breve tempo in modo da arricchire il terreno senza soffocarlo o senza marcire durante la decomposizione.
Se invece il vostro giardino comprende anche una serie di arbusti di dimensioni e robustezza più importanti, alberi o cespugli di vario tipo, se non addirittura parti che possano produrre scarti interamente legnosi, è necessario optare per un modello di biotrituratore molto più robusto e che sia in grado di trattare anche materiali più duri e robusti. In questo caso sarà possibile riutilizzare i lavorati prodotti in modi diversi, come ad esempio per la produzione di pellet, o come segatura. È sempre comunque possibile utilizzare gli scarti prodotti e trattati come compost, ma essendo il legno un materiale più versatile e prezioso spesso si preferisce sfruttare in altro modo gli scarti ed i rifiuti di questo tipo. La caratteristica principale di un biotrituratore adatto a trattare con scarti di tipo legnoso o comunque misti possiede una serie di lame di diverse dimensioni, in modo da poter tritare in modo uniforme ogni parte del materiale che viene introdotto all’ingresso del biotrituratore.
Il motore
Un’altra caratteristica molto importante che definisce un biotrituratore è il tipo di motore di cui dispone, ed ancor prima il disporre o meno di un motore. Infatti, i modelli più semplici ed economici sono di tipo manuale, e risultano adatti non solo a triturare piccole quantità di scarti, ma anche per prati e giardini di piccole dimensioni e che producano solamente erba o erbacce esili, in quando già nel caso siano presenti degli arbusti di medie dimensioni, la forza manuale necessaria per poterli triturare risulterebbe molto alta e costerebbe una notevole fatica da parte dell’utente.
La maggior parte dei biotrituratore dotati di motore montano invece un motore a scoppio, e quindi alimentato a benzina o a diesel. Questo tipo di motore consente di poter procedere alla lavorazione in qualunque luogo vi si trovi, quindi anche se lontano da centri abitati e quindi da un collegamento alla rete elettrica generale, e nonostante la potenza possa non essere sempre costante durante tutta la lavorazione, è in grado di garantire un buon risultato al termine del processo.
I biotrituratori che invece montano un motore di tipo elettrico rappresentano un’alternativa molto più green ed ecologica, specialmente se il proprio fornitore di energia elettrica sfrutta una fonte alternativa e rinnovabile per la produzione di energia elettrica. Un motore di tipo elettrico ha il grande vantaggio di essere silenzioso e di poter lavorare con una potenza pressoché costante per lungo tempo, e quindi di garantire un risultato maggiormente preciso, ma deve essere utilizzato in prossimità di una presa di corrente elettrica, e quindi nella maggior parte dei casi di un’abitazione di tipo domestico o un impianto industriale, con l’opportuna conversione della tensione dove necessario.