Un biotrituratore può rappresentare senza dubbio uno strumento molto utile e funzionale durante tutte le operazioni di cura e manutenzione che sono tipiche di prati e giardini di ogni tipo. Spesso, però si tratta di uno strumento poco conosciuto rispetto, ad esempio, ai classici tagliaerba o decespugliatori, e la poca informazione può portare a non acquistare o utilizzare in modo corretto un biotrituratore, rendendolo così uno strumento inutile e non pienamente valorizzato. Per questo, soprattutto, i biotrituratori rappresentano ancora una piccola minoranza, tra tutti i macchinari di tipo agricolo che vengono utilizzati, a maggior ragione se si pensa all’utilizzo più casalingo e domestico, perchè, per quanto riguarda invece i professionisti, è più comune che siano informati sull’utilità dei vari strumenti che le aziende del settore mettono a loro disposizione per ottimizzare e migliorare il proprio lavoro. Perciò, è importante informarsi e conoscere al meglio tutte le possibilità che il mercato offre, in modo da poter scegliere i soli strumenti che sono in grado di aiutarvi nelle operazioni di cura e manutenzione del vostro prato o giardino, oltre che su come tutti questi macchinari funzionano.
Il funzionamento di un biotrituratore
Il funzionamento di un biotrituratore è un meccanismo molto semplice ed intuitivo, che va ripetuto ogni volta che ce n’è bisogno. Un biotrituratore, in particolare, rappresenta uno degli ultimi, se non addirittura l’ultimo, macchinario di tipo agricolo che viene utilizzato durante la manutenzione ed il taglio del giardino, in quanto si occupa principalmente di lavorare gli scarti che sono stati prodotti durante tutte le altre lavorazioni. Si tratta quindi dell’ultimo step da effettuare prima di pulire e riporre tutti gli strumenti che sono stati utilizzati per le operazioni di cura e manutenzione del proprio giardino, e spostare, smaltire o riutilizzare quanto è stato prodotto da esse.
Le parti di un biotrituratore
Per conoscere con esattezza il funzionamento di un biotrituratore è importante conoscere bene anche come questo macchinario è composto, e tutte le parti che lo compongono, in modo da poterlo utilizzare in modo consapevole e del tutto sicuro. Benché solitamente non visibili ad una prima occhiata, infatti, un biotrituratore è composto da lame e, spesso, anche da dei rulli che possono diventare molto pericolosi per l’utilizzatore se non vengono trattate con la dovuta cautela. Nella maggior parte dei casi le lame ed i rulli si trovano all’interno del biotrituratore stesso, rendendole molto difficili da raggiungere in modo accidentale e quindi altrettanto difficile provocare incidenti, ma è sempre bene servirsi di tutti i dispositivi di protezione individuale necessari ed in perfette condizioni, ed utilizzare una buona cautela nell’utilizzare lo strumento. In particolare, è raccomandato l’uso di un paio di occhiali di protezione, per evitare che schegge o comunque parti del materiale che viene trattato possano accidentalmente finire negli occhi dell’operatore.
Le parti che compongono un biotrituratore sono poche e fondamentali, nonché facilmente individuabili anche a persone non particolarmente esperte del settore. Come prima cosa, è importante capire quale sia il punto del biotrituratore serva da ingresso per il materiale di scarto che è stato prodotto durante tutte le operazioni precedenti di cura del vostro giardino. Solitamente, l’ingresso si trova nella parte alta del biotrituratore, e per due motivi precisi: il primo è senz’altro la maggiore facilità di poter caricare gli scarti da un imbuto posto in alto e non a livello del terreno, il secondo invece è stato dettato dalla necessità di poter spostare il materiale lungo tutto il biotrituratore senza utilizzare il carburante o la corrente elettrica che invece deve servire per alimentare al meglio le lame ed i rulli. In questo modo, infatti, è possibile sfruttare la forza di gravità per spostare il materiale, senza dover fornire ulteriore energia al biotrituratore. Ciò consente di risparmiare energia o carburante, e di ottenere un lavoro ben fatto comunque.
Le lame
La parte principale che costituisce un biotrituratore, e quella che non viene mostrata da una prima occhiata all’esterno del macchinario, è costituita dall’insieme di lame e di rulli che operano effettivamente il lavoro di trasformazione sul materiale posto all’ingresso. Si possono avere diverse situazioni in questo caso, a seconda del tipo di trattamento che deve essere effettuato dal biotrituratore e dalla natura del materiale che è adatto per quel particolare modello di biotrituratore.
I rulli si trovano generalmente nella prima parte del biotrituratore che viene attraversata dagli scarti di tipo organico che vengono prodotti dal vostro prato o giardino, quale che sia il genere ed il materiale che compone questi scarti, e servono a comprimere il volume degli scarti, oltre che a rompere il via preventiva rami o parti di tronco che abbiano dimensioni maggiori, in modo che possano uniformarsi maggiormente al resto del materiale, che può invece essere composto da erba e fogliame, che è necessario amalgamare anche a rami e legname di varia provenienza. Seguono quindi una serie di lame che sono in grado di triturare e sminuzzare finemente l’intero materiale che viene inserito.