Con il termine biotrituratore di tipo indistriale si intendono tutti quei modelli di biotrituratori (ed un discorso simile può essere fatto per tagliaerba, decespugliatori o cippatori) la cui realizzazione, ed ancora prima, in fase di progettazione, è stata pensata soprattutto per un utilizzo caratterizzato da grandi numeri. Questo può comprendere il dover trattare grandi volumi di scarti per ogni utilizzo, come nel caso di ampi appezzamenti di terreno, o di molti campi di minori dimensioni, e può essere associato ad aziende agricole o che si occupano della manutenzione di vari campi, prati e giardini, e che quindi si ritrovano dopo diverse operazioni con un grande volume di scarti di tipo organico, in alcuni casi può trattarsi di sola erba, mentre in altri può comprendere diversi tipi di scarti, come ad esempio ma non solo, piccoli rami, parti di cespugli o altri arbusti leggeri, fino addirittura a tronchi o rami più consistenti.
Le caratteristiche generali
Non tutti i modelli di biotrituratore presenti in commercio sono adatti ad un utilizzo di tipo industriale. Alcune tipologie sono state pensate maggiormente per un uso limitato e domestico, per trattare con piccoli volumi di scarti e quindi sono adatti a giardini domestici o piccoli appezzamenti di terreno. Rivolgendosi a rivenditori o consulenti specializzati, però, o navigando su siti dedicati se si conosce anche minimamente il campo, è possibile trovare diversi modelli che possono essere adatti, o che sono stati progettati appositamente, per un utilizzo di tipo industriale.
Nel selezionare e analizzare tutti i diversi modelli disponibili è bene prestare attenzione ad alcune caratteristiche fondamentali, alcune delle quali (le più importanti) verranno descritte più in dettaglio nei paragrafi che seguono:
- Il motore, e dunque il tipo di alimentazione
- Le dimensioni
- Il prodotto in uscita
- Il tipo di scarti che possono essere inseriti
Il motore di un biotrituratore industriale
Il motore di un biotrituratore rappresenta senza dubbio la caratteristica più importante attraverso cui effettuare una prima scrematura generale tra tutti i modelli disponibili in commercio. Se si sta ricercando un modello di biotrituratore che sia adatto ad un utilizzo di tipo industriale, sarà bene concentrarsi sui soli modelli con motore a scoppio, alimentati quindi a benzina o diesel.
Un motore a scoppio vi garantisce che il vostro biotrituratore industriale potrà funzionare in ogni luogo, e che quindi non necessita di trovarsi vicino ad un’abitazione o ad un centro abitato, né di essere collegato ad una presa di corrente per poter funzionare, e ciò evita anche la presenza di fili e cavi che possono intralciare il cammino. Basterà infatti essere dotati di una tanica di benzina e della quantità di carburante che effettivamente serve per far funzionare il biotrituratore, e questo potrà essere utilizzato in ogni luogo. Inoltre, un motore a scoppio garantisce un funzionamento ottimale, anche se con una potenza che potrebbe non essere sempre costante, per un lungo periodo di tempo, senza che il motore tenda a surriscaldarsi o danneggiarsi.
Il grande contro della presenza di un motore a scoppio in qualunque tipo di macchinario o strumento di qualunque genere è legato alla manutenzione, che dev’essere periodica e attenta, di modo che il motore e tutte le altre componenti possano mantenersi sempre in uno stato ottimale, senza l’accumulo di sporco, carburante od olio che tenderanno a creare malfunzionamenti, e soprattutto senza rischiare di incorrere nella rottura per usura di alcune parti del motore.
Il tipo di scarti
Non tutti i biotrituratori sono uguali, e una grande differenza può risiedere nel tipo di scarti che possono trattare. I prodotti posti all’ingresso vengono generalmente chiamati alimentazione, da non confondersi con il carburante che fa da alimentazione al motore: in questo caso si tratta semplicemente dei prodotti e degli scarti che è possibile introdurre all’interno del biotrituratore.
Nel caso si stia cercando un biotrituratore adatto ad un utilizzo di tipo industriale, sarebbe meglio optare per un modello che sia adatto a trattare diversi tipi di scarti, in modo da poterlo utilizzare per molteplici e diversi usi, e soprattutto non avere problemi (e non doversi ritrovare ad acquistare un altro macchinario) nel caso ci si ritrovi tra gli scarti anche dei materiali diversi da quelli che si è abituati a trattare di solito: un biotrituratore multifunzione è generalmente in grado di trattare senza problemi erba tagliata, erbacce, piccoli rami, fogliame, e parti di cespuglio, ed è versatile ed adattabile ad ogni tipo di giardino o campo che si possa incontrare durante il proprio lavoro.
Il prodotto in uscita
Se si pensa di poter sfruttare il proprio biotrituratore di tipo industriale e a non dover smaltire alcun rifiuto, l’ideale sarebbe optare per un modello di biotrituratore che, oltre alle caratteristiche sopra riportate, sia in grado di produrre pellet, in modo da poter avere un prodotto finale che può essere non solo utilizzato, ma anche, eventualmente, commercializzato, ed inoltre si evita di dover smaltire grandi quantità di rifiuti.