La potenza nominale di un biotrituratore, generalmente indicata con HP, è un parametro fondamentale per poter scegliere correttamente un biotrituratore. Si tratta infatti di una caratteristica che indica in modo oggettivo la potenza del motore stesso, in modo che sia possibile conoscere esattamente cosa può essere inserito all’interno di un determinato modello di biotrituratore, e che possa uscirne come un prodotto lavorato in modo omogeneo e preciso.
La potenza del motore
La potenza è una delle caratteristiche fondamentali di un motore, quale che sia il tipo di motore. Lo stesso ragionamento, infatti, può essere applicato sia a motori di tipo elettrico, che quindi necessitano solamente di un collegamento continuo ad una presa di corrente elettrica per poter funzionare, sia ai motori più tradizionali, ovvero i classici motori a scoppio, che vengono alimentati a benzina, diesel o miscela attraverso un serbatoio e quindi una catena di distribuzione, come accade anche generalmente per i motori di automobili e motocicli.
La potenza del motore, nel caso specifico dei biotrituratori, consente di sapere in anticipo, con buona approssimazioni, quali tipi di scarti organici il biotrituratore sarà in grado di trattare senza alcun problema. Combinata ad una serie di altre caratteristiche proprie di ogni biotrituratore, e che è possibile trovare indicate nella scheda del produttore o accanto al prodotto in esposizione se si tratta di un rivenditore fisico.
Altre caratteristiche a cui fare particolare attenzione, oltre alla potenza del motore, possono essere ad esempio il tipo ed il numero di lame e l’eventuale presenza di rulli. Le lame sono sempre presenti in ogni modello di biotrituratore, in quanto sono le parti principali che si occupano di sminuzzare e triturare nella pratica tutti gli scarti che vengono inseriti all’ingresso del biotrituratore. A seconda della diversa tipologia di biotrituratore che si sceglie di acquistare, poi, è possibile trovarsi in presenza di diversi tipi di lame.
Le lame di un biotrituratore si differenziano tra di loro non solamente per i materiali con cui vengono prodotte, ma anche e soprattutto per la loro dimensione, per la forma e l’angolo assunto dalle lame stesse e da come esse sono posizionate le une rispetto alle altre. In questo modo, infatti, ogni diverso modello di biotrituratore sarà adatto a trattare un diverso tipo di scarto prodotto dal proprio giardino, o al contrario a poter essere alimentato da più di questi, in modo da poter essere un prodotto versatile ed adatto a soddisfare diversi tipi di esigenze.
La potenza e i rulli
Per quanto riguarda i rulli, invece, possono essere presenti o meno all’interno del corpo centrale del proprio biotrituratore, ed in generale la maggior parte dei modelli di biotrituratori non ne sono dotati. I rulli infatti, vengono solitamente posti come trattamento preliminare e quindi precedente le lame di un biotrituratore, e servono per la maggior parte a ridurre il volume e a compattare gli scarti in modo che possano passare senza fatica attraverso le lame, velocizzando il processo, ed evitando che le lame possano girare a vuoto per assenza di materiale o perchè questo si trova troppo diradato o comprende una grande quantità d’aria. Si basti pensare a giardini che producono in maggior parte scarti composti da fogliame o da piccoli rami molto frondosi, e l’utilizzo di una serie preliminare di rulli prende immediatamente senso. Scegliendo un modello di biotrituratore che possegga anche una serie di rulli per trattare gli scarti in ingresso, sarà bene valutare che la potenza nominale del motore sia abbastanza elevata da poter far funzionare tutto l’apparato senza problemi, e quindi preferire modelli di biotrituratori che, a parità delle altre caratteristiche, abbiano una potenza leggermente superiore, sebbene questo possa incidere sul prezzo finale.