Ogni modello di biotrituratore viene venduto fornito del proprio libretto delle istruzioni, con tutte le indicazioni del produttore per farlo funzionare e mantenerlo al meglio nel tempo, oltre alla possibilità, sempre più frequente negli ultimi anni, di poter scaricare dal sito del produttore un manuale più ricco e maggiormente dettagliato riguardo non solo il funzionamento del biotrituratore stesso, ma anche vari e diversi accorgimenti per la sua manutenzione, oltre che ogni sorta di consigli per la cura e la manutenzione del proprio giardino, macchinari utili ed ogni dettaglio che possa essere seguito per migliorare la vita del proprio prato o di alberi, arbusti e cespugli di vario tipo che possano trovarsi all’interno del vostro giardino o campo, sia esso domestico o di tipo più agricolo.
Il funzionamento di un biotrituratore
Nonostante ciò, e quindi i diversi manuali che possono essere presenti per ogni modello o semplicemente variare da produttore a produttore, o in base a diversi dettagli propri del biotrituratore, il funzionamento in generale di un biotrituratore è molto semplice ed intuitivo, e può essere facilmente diviso in diverse ma poche fasi, una volta individuate le parti principali che contraddistinguono ogni biotrituratore, e che sono proprie della natura stessa di questo macchinario di tipo agricolo.
Il motore
Ogni biotrituratore, quale che sia il modello o il tipo di funzionamento, o ancora di tipo di scarti che possono essere trattati al suo interno, ed il tipo di prodotto finale che ne deriva, possiede un motore. Una piccola eccezione a questa regola è rappresentata dai biotrituratori di tipo manuale, in cui il motore è sostituito da una leva o manovella, ed in questo caso il motore, anche se in modo improprio, può essere considerato l’operatore stesso che compie l’azione di mettere in moto la manovella in modo che il biotrituratore possa funzionare e quindi triturare e sminuzzare gli scarti che vengono introdotti. Questa tipologia di biotrituratori rappresenta una piccola nicchia del mercato e che stanno andando via via a sparire a favore di modelli compatti, anche di piccole dimensioni, che però montano un qualunque tipo di motore e quindi non necessitano della forza umana e quindi di uno sforzo fisico per funzionare.
Una volta individuato il tipo di motore di cui dispone il vostro modello di biotrituratore, sia esso di tipo elettrico o a scoppio, è necessario sapere come poterlo azionare e quindi far funzionare, ad esempio se è necessario inserire del carburante perchè possa funzionare da alimentazione, o se sia invece necessario collegare un cavo di alimentazione ad una presa di corrente elettrica e dunque le caratteristiche che questa deve avere per poter far funzionare al meglio il vostro biotrituratore al meglio, benché normalmente, a meno di modelli particolarmente professionali, sia sufficiente una normale presa di corrente elettrica di tipo domestico, di quelle che è comune trovare in tutte le abitazioni e che è collegata alla rete elettrica comunale o nazionale.
L’ingresso e l’uscita
Oltre al motore, altre due parti immediatamente fondamentali per il funzionamento di un biotrituratore sono l’imbuto che rappresenta l’ingresso per il materiale, ed invece l’uscita del prodotto trattato dal biotrituratore. Solitamente, sia per facilitare le operazioni di utilizzo del biotrituratore, sia per aiutare il funzionamento stesso del macchinario, l’imbuto di ingresso è posto sulla parte più alta del biotrituratore, solitamente in verticale o leggermente inclinato rispetto alla verticale, mentre l’uscita si trova in basso, verso il terreno. Questa disposizione ha principalmente due vantaggi: il primo è il poter sfruttare la forza di gravità per lo spostamento degli scarti lungo tutto il biotrituratore, in modo che possano passare attraverso le lame e gli eventuali rulli presenti anche senza l’ausilio di un movimento meccanico, cosicché si possa risparmiare sull’energia necessaria per far funzionare il biotrituratore stesso, sia sulle parti che in caso contrario sarebbe necessario posizionare all’interno del biotrituratore per muovere e spostare il materiale durante la lavorazione, mentre il secondo riguarda la comodità dell’operatore, ovvero il poter caricare gli scarti facilmente dall’alto con l’ausilio di sacchi, contenitori od una pala, e poi poter porre allo stesso modo un sacco o dei contenitori sul terreno e raccogliere senza problemi i prodotti lavorati in uscita, se il biotrituratore non è dotato di un apposito contenitore per la raccolta degli scarti che vengono triturati e sminuzzati all’interno del macchinario.
La pulizia di un biotrituratore
Un altro aspetto fondamentale che riguarda il funzionamento di un biotrituratore di qualunque tipo è composto da tutte quelle operazioni che consentono di mantenere ogni parte del biotrituratore sempre pulita ed in perfetto stato, ovvero tutte quelle operazioni di manutenzione e di pulizia che riguardano il biotrituratore. Molte di queste, generalmente le più semplici, vengono effettuate dopo ogni utilizzo, e si compongono principalmente nella pulizia ed eventuale asciugatura di tutte le parti che vengono a contatto con gli scarti di tipo organico prodotti dal giardino, in modo da evitare la formazione di ruggine o di muffe derivanti dal ristagno di residui umidi, specialmente se in un punto chiuso del biotrituratore.